Una manifestazione del Forum delle associazioni familiari - Foto Siciliani
Una grande rete mondiale dell’associazionismo familiare cattolico. Una struttura agile, collegata alle realtà locali, e quindi capace di accogliere le istanze e di dilatare le speranze che nascono dal basso, ma anche pronta ad intervenire con autorevolezza presso le organizzazioni internazionali per far arrivare il punto di vista delle famiglie organizzate ai massimi livelli, dall’Onu alle altre agenzie sociali, culturali ed economiche che governano i destini del pianeta È un progetto ambizioso quello presentato durante il Giubileo delle famiglie nell’ambito del convegno “Le reti familiari per il futuro della Chiesa. Sfide per un progetto di confederazione internazionale delle associazioni familiari cattoliche”, sabato ala Lumsa.
Perché immaginare un coordinamento mondiale quando nella maggior parte dei Paesi, nei diversi continenti, esistono già associazioni familiari in grado di rappresentare al meglio le richieste che arrivano dalle famiglie? « Perché in un mondo globalizzato come il nostro – risponde Vincenzo Bassi, presidente della Federazione delle associazioni familiari cattoliche europee (Fafce) – esistono questioni, come il problema della violenza sulle donne o la tutela dei minori sul web, che ormai devono essere affrontati a livello internazionale. E, se le famiglie non sono in grado di far sentire la propria voce, altri decideranno per noi».
La questione è stata affrontata anche da Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero laici, famiglia e vita che, con la Fafce e Forum delle associazioni familiari, ha promosso l’iniziativa. « Proiettare nello spazio pubblico il modello dell’amore familiare è importante – ha detto Gambino – per contrastare tre concezioni che ostacolano a vario titolo il cammino delle famiglie cristiane». Il primo ostacolo è di tipo culturale, la confusione tra libertà e arbitrarietà. Il secondo riguarda l’ambito economicosociale. Mettere al centro le esigenze delle famiglie contrasta il carattere utilitaristico dell’economia e fa emergere l’autentico significato di bene comune che – ha spiegato il sottosegretario del Dicastero laici, famiglia e vita – «non è la semplice somma dei beni individuali ma deve costruire una vita buona per tutti, cioè una trama di relazioni buone». In questo sistema la famiglia è la forza trainante del sistema buono che costruisce il bene comune. Il terzo ambito riguarda gli aspetti giuridici e politici, cioè proprio quello spazio pubblico in cui la famiglia non è sufficientemente rappresentata, mentre – ha ribadito Gabriella Gambino – serve una struttura organizzativa capace di incanalare questa energia positiva in formato famiglia.
Ma, al di là delle grandi organizzazioni internazionali – comunque necessarie – oggi la famiglia ha la necessità di reti “riflessive” che, come ha sottolineato la neuropsichiatra e psicoterapeuta Mariolina Ceriotti Migliarese, possano rispondere all’inquietudine diffusa che si respira nel mondo occidentale. Giusto quindi promuovere la nascita «di reti formali e informali, organizzate o spontanee, a volte molto creative, che nascono per iniziativa dei laici intorno a esigenze condivise». Come è giusto ascoltare le esperienze dei diversi Paesi dove l’associazionismo familiare gode di consolidata riconoscibilità a livello sociale e politico.
Ne hanno parlato, tra gli altri, Julia M. Deleski (Stati Uniti), Youssef Abi Zeid (Libano), Juan Pablo Faudenz Allier (Cile) e Pascale Morinière (Francia), forse la realtà più forte e radicata visto che l’associazionismo familiare francese ha una storia lunga 120 anni e la sua presenza ha un significativo peso politico ed istituzionale. L’associazione delle famiglie cattoliche (Afc) riunisce quasi 50mila nuclei familiari raggruppati in 280 associazioni locali. C’è un’associazione anche per le famiglie francesi all’estero, da Londra a Milano, da Singapore a Dubai.
Durante il convegno spazio anche alla realtà del Family Global compact – ne hanno parlato tra gli altri il presidente della rete delle Università cattoliche, Monserrat Gas-Aixemdri; il direttore del Cisf, Francesco Belletti; la presidente dell’Unione mondiale delle donne cattoliche, Monica Santamaria – progetto che punta a ricostruire un pensiero familiare cattolico forte con progetti formativi originali.